Interpretare correttamente lo stato patrimoniale è un passo fondamentale verso una gestione finanziaria efficace. In questo articolo, esploreremo il processo di riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario, un metodo potente per valutare la stabilità finanziaria di un’impresa e ottimizzare la pianificazione del business plan.
COS’È LA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE COL CRITERIO FINANZIARIO
La riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario è un’analisi finanziaria che consiste nel riorganizzare le voci dell’attivo e del passivo dello stato patrimoniale di un’impresa in base ai tempi di liquidabilità e di estinzione.
L’obiettivo è quello di comprendere come sono state investite le risorse finanziarie acquisite e come saranno recuperate.
Nello specifico, le voci dell’attivo (gli impieghi) vengono suddivise in due grandi categorie: l’attivo corrente e l’attivo immobilizzato.
Attivo corrente
include gli elementi che dovrebbero tornare in forma liquida nell’arco di un esercizio (ad esempio il magazzino, la liquidità differita, la liquidità immediata). L‘attivo immobilizzato, invece, riguarda gli impieghi duraturi di risorse finanziarie per i quali si prevede il ritorno in forma liquida in un periodo superiore ai 12 mesi (come le immobilizzazioni tecniche e finanziarie).
Analogamente, le voci del passivo (le fonti) vengono suddivise in base al tempo di estinzione.
Passivo corrente
include le fonti che dovranno essere estinte nell’arco di un esercizio, mentre il passivo consolidato comprende le fonti con un tempo di estinzione superiore a un esercizio.
Una volta riclassificate le voci, è possibile esprimere un giudizio sull’equilibrio patrimoniale dell’impresa.
Questo può essere fatto analizzando alcuni indicatori come il Capitale Circolante Netto (CCN), il Margine di Tesoreria, e il Margine di Struttura.
Questi indicatori aiutano a capire l’elasticità strutturale degli impieghi, il rischio finanziario delle fonti, e la coerenza tra la struttura degli impieghi e le fonti di finanziamento.
Ricordiamo che questa è solo una delle tecniche utilizzate per analizzare la posizione finanziaria di un’impresa e deve essere utilizzata in combinazione con altre tecniche e strumenti di analisi finanziaria per una valutazione completa e accurata.
Vediamo di seguito la riclassificazione dello stato patrimoniale con criterio finanziario che abbiamo fatto in occasione della redazione del business plan dell’Hotel Miramare:
QUAL È L’OBIETTIVO DELLA RICLASSIFICAZIONE DELLO STATO PATRIMONIALE SECONDO IL CRITERIO FINANZIARIO?
L’obiettivo principale della riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario è quello di fornire una visione più dettagliata e significativa della posizione finanziaria dell’impresa.
Questa riclassificazione permette di capire meglio come l’impresa ha utilizzato le sue risorse finanziarie e come queste saranno recuperate.
Più specificatamente, la riclassificazione consente di:
- Analizzare la liquidità dell’impresa: Osservando l’attivo corrente e l’attivo immobilizzato, è possibile valutare la capacità dell’impresa di soddisfare i suoi obblighi finanziari a breve termine. Un’elevata percentuale di attivo corrente può indicare una buona liquidità;
- Valutare la struttura del capitale: Attraverso la divisione del passivo in corrente e consolidato, è possibile comprendere la struttura del debito dell’impresa e valutare il suo livello di indebitamento a lungo termine;
- Fornire un quadro dell’equilibrio finanziario: Con la riclassificazione, si possono calcolare indicatori come il Capitale Circolante Netto, il Margine di Tesoreria, e il Margine di Struttura, che forniscono informazioni preziose sull’equilibrio finanziario dell’impresa;
- Analizzare la gestione delle risorse: la riclassificazione permette di esaminare come l’impresa gestisce le sue risorse, fornendo un’idea dell’efficienza della gestione finanziaria;
- Aiutare nella pianificazione e nel controllo: Infine, le informazioni ottenute attraverso la riclassificazione possono essere utilizzate per prendere decisioni strategiche, come l’allocazione delle risorse, la pianificazione delle operazioni future e l’identificazione di aree potenzialmente problematiche.
Ricordiamo che la riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario non sostituisce il bilancio classico, ma lo integra fornendo una visione più dettagliata della posizione finanziaria dell’impresa.
COSA SIGNIFICA RIELABORARE LO STATO PATRIMONIALE CON CRITERI FINANZIARI?
Rielaborare lo stato patrimoniale con criteri finanziari significa ripresentare le voci dello stato patrimoniale in un formato che evidenzi le dinamiche finanziarie dell’impresa, piuttosto che le sue attività operative.
Questo tipo di rielaborazione viene anche chiamato “riclassificazione dello stato patrimoniale”.
Nella riclassificazione, le voci dell’attivo e del passivo vengono raggruppate in base a considerazioni relative alla loro liquidità (per l’attivo) e alla loro scadenza (per il passivo), piuttosto che in base alla loro natura.
L’obiettivo è quello di mettere in evidenza le correlazioni tra i tempi di liquidità degli impieghi e i tempi di estinzione delle fonti, in modo da poter esprimere un giudizio sull’equilibrio finanziario dell’impresa.
Nell’attivo, le voci vengono raggruppate in:
- Attivo Corrente: comprende le voci di bilancio aventi un ciclo di realizzo veloce, che dovrebbero tornare in forma liquida nell’arco di un esercizio;
- Attivo Immobilizzato: rappresenta gli impieghi duraturi di risorse finanziarie per i quali si prevede il ritorno in forma liquida in un periodo superiore ai 12 mesi.
Nel passivo, le voci vengono raggruppate in:
- Passivo Corrente: rappresenta le passività che hanno una scadenza effettiva entro l’anno;
- Passivo Consolidato: rappresenta le passività che hanno una scadenza effettiva oltre l’anno;
- Mezzi Propri: rappresentano le risorse finanziarie dell’impresa che non hanno una scadenza precisa, in quanto derivano dai fondi propri dell’impresa.
Questo tipo di rielaborazione fornisce un quadro più chiaro del rischio finanziario dell’impresa, della sua struttura di capitale, e della sua capacità di gestire le sue risorse finanziarie.
Articolo rivisto e aggiornato il 14/06/2023
STEFANO VENTURA – Linkedin
Stefano Ventura è il fondatore di Bsness.com, software house operante in italia e Spagna. Si è laureato in economia e commercio presso l’Università di Bologna dove ha anche conseguito il titolo di Dottore Commercialista. Ha esercitato con successo la professione di Dottore Commercialista come esperto in budget e business plan per poi dedicarsi a tempo pieno alla crescita di Bsness.com.
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